mercoledì 7 maggio 2008

FST: le VST su Linux


Virtual Studio Technology è una tecnologia ideata dalla Steinberg Media Technologies GmbH, casa madre del famosissimo Cubase, che rende possibile la generazione o modifica di suoni mediante l'hardware offerto da un comunissimo personal computer dotato di sistema operativo Microsoft Windows , Mac OS, oppure, ultimamente, GNU/Linux.
Il software ha in sé gli algoritmi che in passato erano usati da expander, tastiere e multieffetti digitali hardware. Un computer ha ovviamente potenze di calcolo e di memoria superiori perciò è possibile avere dei risultati, almeno in teoria, migliori. -Wikipedia


VST è probabilmente lo standard più diffuso a questo scopo; come ho già accennato in questo blog esistono VST native ma purtroppo, allo stato attuale, sono in numero esiguo.
Tuttavia esiste un software che permette di utilizzare le plugin VST di Windows su Linux, questo sistema si chiama FST. FST non si trova nei repository della propria distribuzione poichè, per girare, necessita di VST SDK che è proprietario della Steinberg, pertanto sarà necessario compilarlo; chi è nuovo in questa pratica non si preoccupi, il tutorial sul sito ufficiale è molto chiaro e non troverete difficoltà.
Una volta compilato e inserito nel path sarà sufficiente aprire JACK, aprire un terminale e recarsi nella cartella dove riesiede la plugin VST (sotto forma di dll) e digitare questo comando:

fst [nome plugin]

A questo punto la plugin VST denuncerà le sue porte a JACK e sarà soggetta a tutte le possibilità di routing che la nostra patchbay offre.
Personalmente nutro qualche perplessità su questo sistema soprattutto per la latenza generata (ricordiamoci che FST si appoggia a Wine), per l'instabilità (mi è accaduto spesso che la plugin andasse in crash) e per la scarsa integrazione con l'environment di lavoro, tuttavia è fuori discussione il fatto che la possibilità di poter scegliere tra una così vasta gamma di plugins sia un plus da non sottovalutare.


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